venerdì 9 gennaio 2009

per esorcizzare la noia

Dunque, una cosa di cui non ho ancora parlato. Il mio non lavoro. Lavoro in un circolo a.r.c.i. dove non mi pagano in soldi ma in alcol. Cioè, quando lavoro qua posso sbronzarmi gratis. Ah dico qua perché in questo momento sto appunto scrivendo durante il mio orario di lavoro. Però non mi sto sbronzando perché l’ho fatto ieri e anche se non si dovrebbe rifiutare mai nulla che sia gratuito non me la sentivo proprio. Non è esattamente una questione di tenuta fisica, è proprio che mi sembra sbagliato dal punto di vista deontologico. Cioè, puoi bere, ok, ma non sbronzarti per due giorni di fila. Saresti una puttana che bacia i clienti sulla bocca, se lo facessi. Quindi sono obbligato, ora, a scrivere di quello che vedo, o sento. Musica elettronica. Sì lo so che la musica elettronica si divide in mille sottocategorie aventi tutte, nessuna esclusa, diritto a una nomenclatura specifica, ma l’esattezza è una disciplina che pochi riescono a praticare con una certa assiduità: è roba sincopata che mi dà il mal di testa dato che da tre ore il dj me la sta sparando nelle orecchie stile trattamento alex de large. Non è che non mi piaccia, e forse la depressione post sbronza non aiuta. Gente. Ce n’è così così, non tantissima, va e viene, qualcuno mi rimane in testa un po’ di più, vuoi per una cera eccentricità alcolico sociale, vuoi per una maggiore avvenenza rispetto alla media. Vabbè, sì, si tratta di gusti, opinabili. C’è una donna sulla quarantina che è ubriaca e matta (si è definita tale, sono il nemico numero uno della diagnosi psichiatrica a buon mercato, sia chiaro), si ostina a bere una bottiglia di vino che ha comprato fuori di qui, e tocca in maniera voluttuosa chiunque. Mi ha stretto le mani un po’ di volte, wow. Sfortunatamente non rientra nel mio target. Ho fatto il buffone con una ragazzetta che è passata qui. Mi sentivo in dovere di farlo, chissà perché ogni tanto subentra in me la fase “piacione come george”. Mi sto rompendo le palle, forse dovrei cercarmi un lavoro, uno serio.

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