martedì 9 giugno 2009
alla ricerca della Ricerca...
in questo ultimo periodo ho realizzato alcune cose. per esempio ho dato un esame. anzi l'ultima parte di esame. l'ultimo terzo, sì era un esame in tre parti, praticamente il tipo di esame che dovrebbe permetterti di fare una figura fichissima, a patto che tu riesca ad organizzarti per bene. in pratica, a patto che tu non sia me. sono riuscito a prendere ventidue, partendo da un primo risultato di trenta e lode. é un pò come uscire la prima sera con una ragazza molto bella, vai in un locale e la gente si prende bene perchè tu dai l'idea di essere uno che ha molta fortuna, e tu pure ti senti un sacco a posto. gli altri due voti invece sono il giorno dopo, anzi i venti minuti dopo che ci sei uscita, e in pratica la realtà si prende la sua rivincita su tutto quello che pensavi fosse e sarebbe stato. ecco... l'ho rifatto, parlo del solito stupido argomento, cambiamo. ho iniziato a leggere Proust, sto andando alla ricerca della Ricerca, ho preso il primo volume, ma ho scoperto che non posso sperare di trovare anche tutti gli altri in formato sfuso, vanno di moda i cofanetti, per non lasciare nessuno senza idee per il natale o per il compleanno, o per le laureee. in pratica, ora so cosa farmi regalare, e poco importa che sia una cosa msiera come regalo, anche la mia laurea lo sarà, é mio obbiettivo che lo sia: ho preso ventidue, allegria. credo che Proust sia impegnativo, non dico insondabile, insomma non é una roba tipo Hrabal, per cui ogni tanto mi viene il sincero dubbio che non sia stato detto niente, e per niente intendo niente, ma ecco direi che Marcello é sicuramente impegnativo. tuttavia lo trovo familiare: capita la storia del ricordo, capito tutto, così pare, ho letto le prime cinque pagine. mi piace pensare che non cambi più di tanto mano a mano che vai avanti, in fondo parla di un discreto pezzo di vita, ho sempre pensato la vita, epifanie e tragedie escluse (e che cmq sono una di quelle cose che capitano anche loro in maniera lentissima e quasi "naturale", é il modo in cui vengono lette che le rende tali, ma é pur sempre vero che é naturale leggerle in quel modo... mio dio, lo "straniamento" mi sta influenzando anche qui, che palle!), come qualcosa di lineare, anche il caso lo é, non bisognerebbe mai sopravvalutarlo. a proposito, io mi sono sopravvalutato moltissimo: vorrei leggere tutta tutta la Ricerca, che sono tipo sette volumi, sempre ammesso che me lo regalino quando mi laureo, sempre ammesso che io mi laurei. venerdì inizio a lavorare, si balla sul serio, é un lavoro interessante, farò pochi turni ma se ne faccio anche uno in malo modo credo che non ne farà affatto, tra poco e niente meglio il niente: poco male, poco di buono, poco. chiudo, in teoria sto lavorando, anzi, sto festeggiando il fatto che domani non avrò sensi di colpa per non essermi preparato per un esame, ma io sono bravo, troverò qualcos'altro per cui crucciarmi, ad esempio: quando mi rimetto a occuparmi di musica, eh?
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