domenica 7 dicembre 2008
sulle donne
dunque. io sono uno che dovrebbe scrivere dei testi rep ma sfortunatamente nella mia vita incontro anche solo per caso donne, e mi ci metto a parlare. fortunatamente mar registrerò un'altra volta, tra questa e la settimana dopo si spera di aver finito il primo brano. come già detto ho perso il mio lettorino mp3 e quindi ora devo trovare il modo di risolvere la cosa. ah sì, in mezzo c'é anche la storia dell'esame, roba che mi manca un esame e mi laureo, del resto ho solo ventisette anni, tre miei ex compagni di classe sono sposati e un'altro paio di loro hanno dei figli. ma lasciamo perdere. le donne, dicevamo. dunque. mi si palesano realtà notevoli riguardo a loro. il potere dello sgabello, ad esempio. cos'é il potere dello sgabello? mah niente di che, semplicemente tu stai su uno sgabello a chiedere le tessere in un circolo arci e sembri improvvisamente più sexy di quanto non sembri. kansas city, cioé se loro guardano le spillette io guardo loro negli occhi e il fascino la fa da padrone, mentre la miusic electronic unza da paiura. cioé, mi é capitato: tu sei in un posto e di colpo sembra che piaci a qualcuno. non so esattamente come fare quando piaccio, é molto più semplice non piacere, quelli che piacciono dovrebbero essere così fin dalla nascita, se lo diventano poi saranno dei complessati. cioé, non che sia un complessato, é solo che mal sopporto la storia che ogni tanto si palesino grandi occasioni. nella mia realtà ideale va così: piaci a una, quella ti porta al bagno e ci copuli, se sei stato bravo il giorno dopo vi fidanzate, dopo un paio di anni fiori orange. cioé, non capisco quando le donne manifestano interesse e poi ti vogliono bello scattante, con il tono giusto, in grado di eseguire bluff ad opera arte in Di Girolamo stail, é una cattiveria: trovano il modo di farti inculare da solo come se fossi un ermafrodita superdotato e così coscienza linda e pulita come ovuli dopo l'aereoporto e la giusta pulizia. se invece non piaci é più figo, perché te ne vai a casa e ti sfoghi facendonti una doccia o giocando al computer (o scrivendo un post magari, uno di quelli da frustrato sulle donne che non te la danno, dando a tutti l'idea del misogino quando in realtà stai solo facendo un po' di scena... aspetta, ma cazzo, sono io!), o quant'altro, insomma a ciascuno il suo, intendo lo sfogo. ci sto pensando: si stava meglio quando si stava peggio, ora c'é il dilemma lampante, l'eterna diatriba tra la più totale indolenza (o anche nella sua versione più lieve, classificabile come atarassia, o qualcosa del genere) e la revolution tipo pugno chiuso, e sono cazzi. nel senso, sai quando esci di prigione dopo dieci anni, tipo che lì dentro eri un boss e là fuori sei una merda? ecco, é il contrario, più o meno, anche se io non sono un boss, semplicemente tendo a deprecarmi sempre di meno. paiura, no? certe volte mi meraviglio di come piova sul bagnato, altre mi preoccupo per il troppo caldo, non mi sta bene un cazzo: annoto anche questo, siamo sui rami d'inverno, penso, si fa come Bandini.
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