mercoledì 3 dicembre 2008
di quando ero quasi giovane...
un sacco di tempo fa, roba quasi di otto anni fa ormai (o almeno credo, non ho il pallino delle date), andavi in edicola e tra le varie riviste di miusic (c'era di tutto, pure Tutto, che a suo modo era una rivista per noi giovani, solo che mica andavano di moda le spillette e la gente che canta male per scelta artistica, insomma erano tempi differenti) potevi comprare, a dire il vero a un prezzo che definirei prossimo al furto (e non me ne vogliano i redattori, ma una roba più sottile di un assorbente che si spaginava non appena la sfogliavi con un minimo di entusiasmo in più, andava venduta a un prezzo minore... e poi non c'erano né tette né culi nudi, insomma!), la magica rivista dei raps che si chiamava AELLE, o ALmagazine, dipende se siete della vecchia o della nuova guardia, se siete poi della nuovissima e ve la spassate con Basement (bleeeaaaahhrrrggghhh) o Groove non potete capirmi, siete come quelli che sono andati a letto con la Loren adesso e non l'hanno mai vista ai tempi del bianco e nero. comunque, su ALmagazine c'erano delle cagate ogni tanto, roba che tipo venivano intervistati gli Elio e le Storie Tese (signor gruppo sia chiaro, ma io sono un amante dei confini ben definiti, del resto inizio a capire solo ora il senso della Anticon) o magari si parlava della Spaghetti Fanc e via dicendo.. e tutti si incazzavano. Kaos, che piace un sacco ai giovani e convince un po' di meno noi quasi vecchi (sempre di qualità, sia chiaro, ma una formuletta un po' diversa ci renderebbe ancora più satisfacti), addirittura non concedeva interviste per motivazioni che io personalmente non ho mai capito (magari una storia di donne, che diavolo ne so), ma in generale ALmagazine era il male, gli artisti Reps fighi si bullavano di non leggere ALmagazine e noi li seguivamo, perché non ci bastava copiare il loro slang (ma dio santo, usare il "Ve" al posto del "ce" é semplicemente una scelta tendente all'arcaico, mica una trovata gaddiana, ma vabbè...), volevamo essere proprio come loro, che erano underground e ce l'avevano più grosso e più lungo di quelli commerciali. tuttavia, in mezzo a quella cosa chiamata ALmagazine ogni tanto, e anzi quasi spesso, si leggeva qualcosa di buono. ovviamente dovevi farci attenzione, perché erano cose scritte in piccolo, avevano poco a che fare con il paginone pubblicitario dei Jerba Medica (che poi non erano malaccio, ma avevano optato per una soluzione infelice a livello di marketing, fossero stati in america li avrebbero incensati stile golden shower credo), erano trafiletti. le recensioni. ecco sì, cazzo, goduria: le recensioni di damir ivic, che insieme a silvia volpato (bravissima ma come tutte le donne affetta da una scrittura "antipatica", e ve lo dico da scrittore più che da lettore) e david nerattini, era la cosa più buona che uscisse da lì. con la recensioni del signor ivic la musica cambiava. a dire il vero, era cambiata già con l'arrivo di fritz da cat che ci fece capire che seca era il migliore, ma sfortunatamente sfuggì ai più. comunque: damir ivic recensiva delle cose che gli facevano pure cagare. e non la mandava mica a dire, signori, proprio no. ricordo ancora con piacere una recensione, che trovai fantastica e che anche adesso ricordo come il primo grande insegnamento sulla stesura di un testo: "idee che potrebbero andare meglio sulla carta che in studio di registrazione". capito? é quello che mi ossessiona, ora come ora. il codice verbale da utilizzare quando pigli un microfono in mano, é ancora più importante della voce e di quello che racconti... insomma, se vai a un corso di scrittura la prima cosa che ti dicono é: "non é possibile riportare un dialogo così come si svogle, devi fare una sorta di adattamento", e questo invece mica avviene per il rap. solitamente, soprattutto adesso, hai: il rapper brutto e grasso che sale su un palco e dice un sacco di cose su quanto é figo il rap e su quanto é figo lui, su come ce l'ha grosso e ti tira fuori qualche rimetta sui cartoni animati o sul wrestling o elabora qualche immagine graziosa, ma nulla di più. nel rap purtroppo hanno escluso una delle grandi potenzialità della nostra lingua: il periodare. cristo, abbiamo il congiuntivo e non lo usiamo, abbiamo il gerundio e non lo usiamo, abbiamo sei persone e ne usiamo tipo due (tu e io, ogni tanto usiamo la terza persona singolare, ma é solo quando siamo in stato di grace), ci possiamo avvalere delle subordinate e delle coordinate, e via dicendo. e invece nisba. guarda, sembra assurdo, di per sè li sopporto malvolentieri, ma direi che i Uoki Tochi (figurati, non mi ricordo manco il nome) hanno fatto passi in questa direzione. Non é una cosa così assurda, bisogna solo esercitarsi sulla cosa. é brutto sentire il rap di persone che sostanzialmente parlano male, dove l'artisticità della cosa é azzerata... Non so, forse a molti sembrerà una sciocchezza, ma quel consiglio: "sulla carta più che per uno studio di registrazione" mi sembra appropriato, anche se non lo vedo come un monito a non fare, ma a fare meglio... beh ci si prova...
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